Disegno di Sergio Toppi

«Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura»(Mc 16, 15). «Se qualcuno si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).

Greta e Bea sono due sorelle svedesi di 16 e 13 anni. Greta Thumberg è famosa ormai per aver smosso gli adolescenti e gli adulti di tutto il mondo sul tema del clima. Aveva cominciato un anno fa con lo “sciopero dalla scuola”, tutti i venerdì davanti al Parlamento di Stoccolma. Nel 2016 le è stata diagnosticata la sindrome di Asperger e ha sofferto di mutismo selettivo e disturbi ossessivo compulsivi, “disturbo” superato dal suo attivismo ecologista. Anche la sorella Bea (Beata) ha un disturbo simile al suo, aggravato dagli insulti sui social media da parte dei suoi coetanei che la odiano solo perché è sorella della sorella. Tra l'altro, pare, che Bea sia un'eccellente cantante come la madre Malena Ernman. Greta naturalmente è insorta per difenderla e per denunciare 'sti coyoti dalle sembianze umane. Il Gallo del mattino fa cenno di sì, e declama una delle sue sentenze interplanetarie: “Il bullismo, tra gli adolescenti, si è diffuso come l'inquinamento sul pianeta”. Poi fa cenno che posso proseguire. Spostiamoci nella Loira, in Francia. Qui esiste il villaggio Le Blanc, dove vive un gruppo di ragazze anch'esse “disturbate” a causa di un cromosoma impazzito (trisomia 21) comunemente conosciuto come Sindrome di Down. Sono 10, vivono in comunità, e 8 di esse sono 'mongole', come si diceva una volta. La loro attività giornaliera consiste nelle preghiere del mattino presto, nel partecipare alla messa, nell'essere impegnate in laboratori di ceramica e tessitura, e ultimamente anche nella raccolta delle erbe officinali nel giardino del convento. Sì, perché si tratta di una comunità di suore (le Piccole Sorelle Discepole dell'Agnello), riconosciute ufficialmente come congregazione religiosa nel 1999. L'esperienza di radunare suore, tutte con la Sindrome di Down, unica al mondo, è nata negli anni '80 dall'amicizia di Line, l'attuale madre superiora, con Veronique affetta dalla sindrome, che desiderava diventare suora e consacrare la propria vita al Signore. Madre Line sostiene che le sue figliole non sono disabili, solo un po' diverse, ma sicuramente più vicine di noi al Signore. E probabilmente lo disturbano a gran voce, tutti i giorni, quando proclamano «Abbà, papà, che sei nei cieli, la nostra preghiera è per tutto il mondo. Liberaci dal disturbo del male. Amen». Il Gallo mi mette sotto il naso la lettera pastorale dell'Arcivescovo, Erio Castellucci, Se tu conoscessi il dono di Dio, e dice: «Leggi a pagina 33 e 34». Una comunità che esce dal recinto. «Iniziare alla fede implica per le nostre comunità il coraggio di fare incursione fuori del recinto... Per iniziare alla fede occorre visitare i luoghi della fede, cercare i pozzi di Samaria attorno a cui tende la vita e l'attività umana, andare ad incontrare il fratello nelle sue fragilità e nelle sue risorse». Qui si parla di stanchezza, di sete, di ribellione, di ricerca, di battesimo, di rinascita. Capisci? «Galletto mi ascolti? Dove sei?». Si è già allontanato, ed anch'io tolgo il disturbo.

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«Il Figlio dell'uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»
A Gerico si trovava un posto di controllo doganale dell'amministrazione romana. Zaccheo era il capo dei controllori. Egli aveva sulla coscienza non solo le estorsioni e le malversazioni finanziarie abituali fra i "doganieri" dell'epoca, ma era considerato anche traditore politico e religioso, perché collaborava con i detestati oppressori della Palestina e, anzi, li sosteneva. Non sappiamo quali motivazioni spingessero Zaccheo nel desiderio di vedere Gesù. Nessuno tra la folla degli Ebrei pii gli fa posto in prima fila, né gli permette di salire sul suo tetto e perciò Zaccheo deve salire su un albero. Vedendolo, Gesù, di sua iniziativa, si invita a casa sua. Non solo Zaccheo è pieno di gioia, ma Gesù stesso è felice di poter perdonare il peccatore pentito e di accoglierlo come un figlio prodigo. Gesù esprime la sua gioia con queste parole: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo". Gesù esprime così il suo amore e il suo completo dedicarsi ai peccatori: sono essi che si sono allontanati, eppure è lui che è venuto a cercarli.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10)

«Il Figlio dell'uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Dalla Parola del giorno
«Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Gesù non è schizzinoso
Zaccheo, uomo ricco e capo dei pubblicani, vuole vedere Gesù. Non gli basta aver sentito parlare di lui, non gli bastano i pettegolezzi del mercato o le indiscrezioni dei soliti ben informati. E Luca, che ci fa rivivere uno degli incontri più emozionanti di tutto il Vangelo, non soddisfa la nostra curiosità e non fa trapelare nulla riguardo al motivo di questo desiderio. La notizia è confermata: Gesù sta per passare da Gerico. Le folle si accalcano per le strade, curiosi di ogni tipo si riversano lungo il tragitto del Rabbì. Zaccheo non riesce a vederlo perché è piccolo di statura. A volte capita così pure a noi: abbiamo nel cuore grandi desideri, sogni, aspettative e poi basta poco, qualcosa che va storto, un inghippo e semplicemente lo scorrere del tempo e i desideri rischiano di intiepidirsi. Zaccheo no. Zaccheo va fino in fondo. Zaccheo non ha paura di perdere la faccia e si arrampica su un albero, un sicomoro. Zaccheo si espone al ridicolo, non ha vergogna nel compiere un gesto indegno per il suo stato sociale. Il suo desiderio è effervescente e la sua statura non lo frena nell'incontro con il Rabbì. Gesù è lì, tra la folla. Cammina lento agguantato da mille mani che strattonano la sua veste, che cercano una guarigione, che implorano un aiuto. Tutti urlano, svuotano sul Rabbì le loro pene, le loro miserie, le loro fatiche. In questa confusione, nel mezzo della folla, Gesù si ferma, alza lo sguardo e incrocia gli occhi di Zaccheo. Lui, capo dei pubblicani e ricco, che era salito sul sicomoro per vedere Gesù, ora si sente trovato, scovato, raggiunto da quello sguardo che cambierà per sempre la sua vita. Molte volte mi sono chiesto cosa Zaccheo ha visto in quegl'occhi. Molte volte ho desiderato poter fissare i miei occhi nei Suoi, come Zaccheo. Sappiamo solo che dopo quello sguardo nulla è più stato come prima. "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". Sono queste le prime bellissime parole del Rabbì. Non è chiesta la conversione, non è chiesta pubblica accusa, non è chiesto di cambiare vita. Prima di tutto, Gesù si invita a casa sua, si fa bisognoso di ospitalità, pur di incontrare Zaccheo. Mi piace immaginare il Rabbì che entra nella casa del capo dei pubblicani e la trova così come è stata lasciata. Non c'è stato tempo di riordinare, pulire, nascondere o sistemare. Gesù non è schizzinoso, entra nella casa di Zaccheo così com'è. Il maestro ci raggiunge come siamo e dove siamo, nelle nostre storie incasinate, nelle nostre sofferenze, nelle nostre piccolezze e fragilità, nelle promesse non mantenute, fra i grovigli delle nostre relazioni da rimettere in ordine. Gesù vuole entrare nelle nostre case e nelle nostre vite così come sono, siamo noi che lo teniamo fuori o che neppure ci accorgiamo della sua presenza. Gesù viene a farci visita, si invita a casa nostra, perché ha una cosa importante da dirci: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa". Oggi la salvezza è per te. Per te che ancora piangi perché non hai saputo gestire la relazione con tuo figlio, e ora è lontano e non vi parlate più. Per te che non hai saputo leggere negli occhi del tuo collega di scrivania la stupidata che stava per fare, e ora ti senti in colpa per quella famiglia distrutta. Per te che non riesci a laurearti, che da anni sei fermo lì e ti senti scivolare nel vuoto. Per te che nemmeno riesci a dare un nome a quello che senti dentro. Per te, fratello o sorella, oggi c'è un annuncio strepitoso: il Signore ti fa visita. Puoi ripartire, puoi rialzarti, puoi farcela. Sì, davvero. Lui sarà al tuo fianco. Sempre. Il fariseo e il pubblicano.

Buona Settimana
don Roberto Seregni

"Ti supplico, mio Dio, cerca di esistere, almeno per un poco per me, apri i tuoi occhi, ti supplico. Non avrai da fare nient'altro che questo, seguire ciò che succede: ed è ben poca cosa, Signore. Sforzati di vedere, te ne prego. Vivere senza testimoni, quale inferno! Per questo, forzando la mia voce, io grido, io urlo: "Padre mio, ti supplico e piango: esisti!".

Aleksanderr Zino'ev

L'amore è condivisione. L'amore è volere che tutti vivano, che tutti possano diventare il meglio di sé, che possano esprimersi, che possano fiorire, che possano essere al massimo di sé. L'amore non è dare ma darsi. Zaccheo si dà, dando ciò che ha. Per questo tutti possono amare, anche se non hanno nulla o se sono poveri. Per l'amore basta avere un cuore. L'amore è: "Voglio il meglio per te. E sarai tu a decidere cos'è meglio per te". Per alcune persone l'amore è cambiare l'altro. Ma l'amore, invece, è mettersi a disposizione. Madre Teresa diceva: "Esiste un solo Dio, ed egli è il Dio di tutti. Perciò è importante vedere tutti gli uomini come uguali davanti a Dio. Io ho sempre detto che dobbiamo aiutare un indù a diventare un indù migliore, un musulmano a diventare un musulmano migliore, e un cattolico a diventare un cattolico migliore".

Disegno di Sergio Toppi

Sentirsi membra vive ed operanti, vive ed operanti nella Chiesa. Non che soltanto si vive come per se stessi, per qualcuno. Bisogna vivere per la Chiesa e per il Signore. (APD 66,479).

"Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell'agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti".

Bolla di indizione del Giubileo straordinario, Misericordiae Vultus - 11 aprile 2015

Il grillo del signor Fabre

Siamo a Londra. In una vasta e tumultuosa via alberata di Londra. Strepito di cavalli e di carrozze, vociare di mercanti e di strilloni. Trambusto di uomini e di mezzi. Chi corre perché ha fretta. Chi passeggia. Un po' di tutto. Un via vai continuo. Ma ecco... quel signore che si è fermato. Pare in ascolto. Ma di che? Trattiene per un braccio l'amico e gli sussurra: "Senti? C'è un grillo!". L'amico lo guarda stralunato: com'è possibile sentire il cri-cri di un grillo in quel mondo di rumori? "Ma cosa dice, professore? Un grillo?!". E il signore, che si è fermato, come guidato da un radar, si accosta lentamente a un minuscolo ciuffo d'erba ai piedi di un albero. Con delicatezza sposta steli e dice: "Eccolo!". L'amico si curva. È davvero un piccolo grillo. Stupore per il fatto del grillo a Londra. Ma doppio stupore per averlo sentito. D'accordo. Per avvertire certe "voci", occorre grande capacità d'ascolto. E quel signore ce l'aveva. Era il grande entomologo francese Jean Henry Fabre. E la sua grande capacità di ascolto era rivolta in modo specifico al mondo degli insetti. "Ma come ha fatto a sentire il grillo in tutto questo chiasso?" domanda l'amico al signor Fabre, mentre riprendono il cammino. "Perché voglio bene a quelle piccole creature. Tutti sentono le voci che amano, anche se sono debolissime. Vuoi che proviamo?"… Il signor Fabre si ferma. Estrae dal borsellino una sterlina d'oro e la lascia cadere a terra. È un piccolo din, ma una decina di persone che camminano sul marciapiede si voltano di scatto a fissare la moneta. "Hai visto" dice il signor Fabre, "Queste persone amano il denaro e ne percepiscono il suono, anche tra lo strepito più chiassoso".

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