15 marzo 2020
Non arrenderti mai
Ho visto uno slogan, tatuato e fotografato sull'avambraccio destro di una donna, che in inglese dice «Never give up», non arrenderti mai. Sembrano parole scritte per i giorni che stiamo vivendo. In realtà è una storia precedente al corona virus. La signora con il braccio tatuato si chiama Carlotta Fiorini, 35 anni, toscana, fortissima in palestra. Nel 2014 si ammala di «Linfoma non Hodgkin a grandi cellule B», cioè di un enorme cancro nel torace. Sostiene dolorosissime cure chemioterapiche e radiologiche, unite alla sentenza che non potrà diventare più madre. La guarigione invece, benedetto il Signore, arriva; ed arriva anche la gioia della maternità con la nascita di Isabel, Vittoria. «“Isabel, Vittoria” con la virgola perché questa è davvero la vittoria della vita. Perché dopo il cancro si può diventare mamma. Perché il fottuto “drago” si può sconfiggere», afferma Carlotta, detta, Totta, ora felicissima. Never give up, non arrenderti mai. Il tatuaggio è nato durante la chemioterapia ed è diventato lo slogan dell'associazione benefica «Totta per tutti». «Bello. Può diventare anche uno slogan per i nostri giorni», mi suggerisce il Gallo del mattino. «Sì, sono d'accordo. Però manca qualcosa nella storia, la lotta di Giacobbe contro Dio (Gn 32, 23-33). Sono convinto che anche lei, Carlotta, abbia alzato gli occhi al Crocifisso, per dire quanto fosse arrabbiata nell'anima. Ed ora, che tutto si è risolto bene, a chi dire grazie? Solo ai medici? Alla scienza? Mi viene in mente l'episodio dei dieci lebbrosi e di Gesù (Luca 17, 11-19). Uno solo, samaritano, dopo essere stato dai sacerdoti per i riti che dichiaravano la guarigione avvenuta, tornò da Lui per ringraziarlo. Maestro, chi ci dirà cosa dobbiamo fare dopo l'uscita dal tunnel?». «Questa volta, veramente, su cosa fare, mi pare sia stato detto tutto e bene: lavarsi le mani, restare a casa, non frequentare luoghi affollati, stare a un metro di distanza, starnutire e tossire nel gomito, E altre cosette. Le ricordo anch'io che sono immune al Covit-19. Perché dici che nessuno dà buoni consigli?». (O San Nicola, aiutami. Quando il gallinaccio fa il pavone, mi fa innervosire). «Dunque, cara e dolcissima colomba della pace mal riuscita, bestiola pennuta, intendevo parlare ai cuori che sentono il desiderio del Signore quando si fa sera nella vita. In quei momenti, oltre agli avvisi medico-sociali, servono altre cose. Segnati i quattro punti seguenti, che riguardano l'anima». Durante la quarantena-quaresima: 1. Prega nel segreto della tua camera e il Padre celeste ti ascolterà. 2. Recita una corona del Rosario al giorno, e la Vergine Madre ti assisterà. 3. Al mattino, medita un brano del Vangelo di Matteo, e sarai beato. 4. Alla sera, canta nel cuore l'inno dei Vespri: «Accogli, o Dio pietoso, le preghiere e le lacrime che il tuo popolo effonde in questo tempo santo. - Risplenda la tua lampada sopra il nostro cammino, la tua mano ci guidi alla meta pasquale».