10 febbraio 2019
I figli non si fanno con il bancomat
Il post hit giallo attaccato alla porta, questa mattina, dice: “Invecchiamento dell'Italia”. Ci sono molti numeri da mandare a memoria, ma Don Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena, in un suo messaggio alla città, li ha raccontati bene. Forse era bravo in matematica, da studente. Ecco il testo. “Negli anni Settanta del secolo scorso le nascite in Italia superavano il milione, come del resto era avvenuto nel secolo precedente, esclusi gli anni delle due guerre mondiali. Ma da mezzo secolo a questa parte il calo è stato progressivo, fino ascendere sotto il mezzo milione nel 1975 e abbassarsi a poco più di 450.000 nel 2017. Se la tendenza non cambia, quest'autunno demografico condurrà l'Italia verso un vero e proprio inverno. I dati relativi possono dare un'idea ancora più realistica, rispetto a quelli assoluti: negli anni Sessanta la popolazione italiana era formata da poco più di 50 milioni di abitanti e quindi il tasso di natalità era del 20 per mille; attualmente ha superato i 60 milioni di abitanti e quindi il tasso di natalità si aggira intorno all'8 per mille. In Italia, ogni donna genera mediamente 1,3 figli, mentre la quota richiesta per il ricambio è di 2,1. Siamo uno dei paesi meno fecondi al mondo, in compagnia di spagnoli, portoghesi, greci, giapponesi, sud-coreani e cinesi”. Una volta ci si preoccupava della sovrappopolazione del pianeta, ora dobbiamo preoccuparci dell'infertilità. C'è da dire che l'età media degli italiani si è allungata. Gli ultraottantenni una ventina di anni fa erano 2,3 milioni, oggi sono esattamente il doppio. Alla quantità degli anni, tuttavia, non sempre corrisponde un aumento della qualità della vita. Mettiamo da parte i numeri e raccontiamo un piccolo episodio di cronaca familiare, a beneficio del nostro Gallo che non ama riflettere sui numeri, ma sui concetti generali come vita, speranza, coraggio, futuro. Ero in una riunione di famiglia, qualche anno fa. Venne fuori un discorso scomodo con una giovane coppia, sposata da tre anni, che non aveva ancora figli. Una bimba di quattro anni, una nipotina brunetta riccia, giocava per conto suo, mentre gli adulti discutevano su come non fosse facile mettere al mondo i figli senza adeguate risorse economiche. Oggi diremmo: senza reddito di cittadinanza. Mi permisi di ricordare che i nostri genitori non avevano fatto quei calcoli per mettere su una famiglia “numerosa”, né avevano il bancomat. E la discussione sembrava finita lì. Poi venne fuori la domanda della zia senza figli alla nipotina che se ne stava per conto suo: “Che regalo vuoi per Pasqua?”. “Vorrei una cuginetta per giocare”. “Ehm, non è facile, lo sai”. E la brunetta riflessiva: “Sì, certo; ma lo zio ha detto che non c'è bisogno del bancomat”. La Pasqua successiva ebbe in dono una cuginetta e per di più bionda, come la sua bambola.